sabato 8 aprile 2017

Recensione | La guerra dei mondi - H.G. Wells

Buonasera lettori! :) Con il ritorno in libreria per Fanucci Editore di alcuni classici del genere fantascientifico, eccomi qui sempre a parlare di libri ai confini dell'universo e la recensione che vi propongo oggi è la mia opinione sul libro La guerra dei mondi di Herbert George Wells. Per chi non conoscesse questo grande autore e la sua opera principale, ecco qualche informazione! :)

Titolo: La guerra dei mondi
Autore: H.G. Wells
Editore: Fanucci Editore
Data di uscita: 26 Gennaio 2017
Edizione originale: 1898
Brossura: 10.00 €
E-book: 3.99 € (1.99 € dal 26 gennaio al 16 febbraio 2017)

HERBERT GEORGE WELLS (1866-1946) è stato uno scrittore britannico considerato, insieme a Jules Verne, il padre della fantascienza. Il suo primo romanzo, La macchina del tempo, pubblicato nel 1895, ottiene un immediato successo. Attraverso le categorie della scienza, dell’avventura e della politica, Wells esprime le proprie preoccupazioni riguardo al futuro della civiltà. 

TRAMA Cosa sono quelle esplosioni che si registrano a ritmo regolare sulla superficie di Marte? Da dove proviene quel gigantesco cilindro metallico fiammeggiante, piovuto dal cielo, rinvenuto in un cratere a poca distanza dal centro di Londra? Qualunque sia la forma di vita che ha guidato quell'oggetto fin lì, nessuno può prevedere l’entità della catastrofe che sta per scatenarsi sull'intera umanità. Quei cilindri che non cessano di cadere sulla superficie della Terra sono abitati da creature il cui unico scopo è distruggere ogni forma di vita sul pianeta e colonizzarlo. Le loro gigantesche macchine da combattimento sono pronte ad annientare qualsiasi forma di opposizione umana e a rendere la Terra una landa desolata da scenario post-apocalittico. Un’umanità terrorizzata e disillusa, avviata impotente verso una fine crudele, vede avverarsi l’incubo più profondo e ancestrale: l’apocalisse. Il destino ultimo del mondo sembra aver trovato il suo compimento. Un disegno più grande di quanto l’intelligenza umana possa comprendere sta per essere rivelato. Una delle storie più straordinarie mai raccontate. Un’epopea visionaria e rivelatrice, da una delle menti più geniali della letteratura fantascientifica mondiale.

La guerra dei mondi è un romanzo ideato nel 1897 estremamente innovativo che nasce come "racconto della guerra futura" e si sviluppa poi attraverso lo specchio sociale da cui l'autore stesso viveva la sua realtà, ovvero quella visione borghese di un mondo che evolve, cambia e matura, grazie alle nuove teorie scientifiche del secolo e alle innumerevoli fonti di divulgazione scientifica legate all'astronomia e all'innovazione degli strumenti tecnici del periodo.

Quello che però Wells ci racconta in questo libro è la reazione delle masse e del cittadino tipo di fronte allo scenario apocalittico che sconvolge il Surrey, uno sconvolgimento tale da mettere in dubbio ogni forma di teologia e a rimescolare le carte del destino riportando gli umani al ruolo di "formiche impazzite", privati di qualsiasi difesa.

Superati i primi momenti di curiosità, un'onda di terrore travolge l'intera narrazione oltre che l'atmosfera del racconto, annientando ogni briciolo di solidarietà e distruggendo ogni gerarchia di ordine sociale e dando vita ad una "apocalisse laica" inarrestabile. L'esempio più chiaro è la totale dimostrazione di debolezza e codardia dei rappresentanti maschili che il narratore incontra nella sua "odissea" che dovrebbero essere l'ossatura delle organizzazioni sociali, ma che dimostrano invece una stolta e implacabile paura.

Ogni personaggio è pura follia, il risultato di una devastazione atroce e una nuova drammatica consapevolezza. Persino il protagonista, narratore dell'intera vicenda, cerca in ogni modo di razionalizzare una realtà che gli è talmente estranea da metterlo in difficoltà e da fargli dubitare di sé stesso e delle proprie conoscenze. Ma sono proprio queste conoscenze pregresse a renderlo tanto determinato a spiegare ogni avvenimento.

Addirittura i marziani vengono definiti come un'estrema evoluzione della specie umana, l'ultimo tassello che l'uomo raggiungerà in un futuro tanto remoto quanto plausibile, in cui l'intelletto sarà sviluppato sempre più rispetto al resto del corpo e all'attività fisica. Questo viene rimarcato poi dalla particolare forma dei marziani che sono costituiti da un corpo quasi sferico in cui appunto risiede il cervello, ma non possiedono alcuna agilità fisica, tanto da aver bisogno costantemente delle loro invenzioni meccaniche per muoversi sulla Terra.

Questa teoria è poi la prima di una lunga serie che costellano l'intero romanzo, e che suggeriscono sempre più come i marziani siano tali e quali ai colonizzatori europei che in cerca di materie prime trasformano la natura di ogni luogo con l'aiuto di mezzi meccanici e strumenti all'avanguardia, portando con sé le proprie regole. Così la campagna inglese viene ben presto tinteggiata di rosso, con il diffondersi frenetico di un'erbaccia marziani del color del sangue.

A rendere più vivido e affascinante questo racconto c'è un'incredibile fascinazione per le macchine da guerra, sia dei marziani che dello stesso esercito inglese, che emerge dalle intense descrizioni e dalle osservazioni del protagonista. Ma ancora più intense sono le sensazioni visive e sonore dell'ambientazione, raccontate con un'incredibile maestria dall'autore che trasforma l'atmosfera in uno dei principali protagonisti, ridimensionando il ruolo di ogni singolo personaggio.

Un elemento poi da non dimenticare è la "verosimiglianza topografica" che costituisce uno dei punti di forza dell'intera narrazione, una continua descrizione che accompagna il racconto degli eventi attraverso punti di riferimento ben chiari, specifici luoghi raccontati attraverso estesi paragrafi e comparazioni della desolante landa di abitazioni distrutte e città stravolte con le azioni di quotidianità che quei luoghi ospitavano prima dell'arrivo dei marziani.

Tutto questo attraverso le parole del protagonista che affronta un viaggio di circa un mese e mezzo prima in fuga dai marziani e poi alla loro ricerca, dalle campagne verso Londra dove marciano appunto gli ospiti indesiderati con le loro macchine sputa-fuoco e i loro raggi rossi mortali, fino a giungere alla conclusione, nel capitolo intitolato appunto "La morte di Londra". Nel cuore dell'impero britannico converge non solo la narrazione, ma anche l'ironica conclusione di tutte le teorie nominate nel corso del racconto. Un finale che non avevo considerato e che mi ha conquistato.

Già quando io li osservavo, erano irrevocabilmente condannati, moribondi e corrotti anche mentre erano indaffarati. Era inevitabile. Con il tributo di milioni di morti, l'uomo ha acquistato il suo diritto di vita sulla terra, ed essa è sua contro chiunque venga per conquistarla.

Un libro che come avrete capito ho amato e di cui è stato molto complicato scriverne una recensione, perchè su determinate opere non si può che avere un'univoca opinione e in questo mi ha forse guidato particolarmente l'introduzione al romanzo presente nelle prime pagine del libro che è stata per me fondamentale a capire appieno il significato di un racconto tanto atroce e drammatico quanto rivelatorio.

Consiglierei questo libro... a chi ama le opere di fantascienza, le lotte tra specie, e le storie dalle profonde rivelazioni che raccontano più di quel che sembra. 

P.S.: Se siete curiosi, potete leggerne un estratto nel Teaser Tuesday#76...Buona lettura! ;)

Un libro che mi ha conquistata e che mi ha fatto scoprire un autore che non conoscevo, ma che non posso far altro che ammirare! ^^ Spero di avervi un po' incuriositi, voi lo leggereste o lo avete già letto? Io adesso devo assolutamente vedere il film ispirato a questo romanzo, non ho grandi aspettative, ma spero di ritrovare molte delle impressioni che ho colto nella lettura! :)

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti è piaciuto questo post, lascia un commento...fa sempre piacere ricevere un feedback! ;)