lunedì 24 ottobre 2016

Metro 2033 (Metro#1) - Dmitry Glukhovsky

Buonasera Readers! :) Sono sparita per un paio di giorni, ma ero super presa dal preparare l’esame di Metodi che non ho quasi fatto altro. Oggi mi prendo un paio d’ore di pausa perché altrimenti finisce che ne esco pazza, e così ho deciso di approfittarne per scrivere la recensione di Metro 2033, primo volume dell’omonima serie di Dmitry Glukhovsky, che ho finito di leggere diversi giorni fa e su cui ho parecchi appunti presi durante la lettura. Mi è molto piaciuto, ma ho trovato comunque un paio di note negative da fare..non me ne vogliate, ma di questi tempi sono particolarmente critica! ç_ç

Metro 2033Titolo: Metro 2033 (Metro#1)
Autore: Dmitry Glukhovsky
Pagine: 688
Editore: Muliplayer Edizioni/Mondadori Comics
Pubblicazione: 16 Giugno 2015
Tascabile: 9,99 €

DMITRY GLUKHOVSKY è nato in Russia nel 1979. Laureato in Relazioni Internazionali presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, ha lavorato come giornalista per EuroNews TV in Francia e Deutsche Welle in Germania. È stato reporter per Russia Today, emittente satellitare disponibile via cavo, online con dirette in streaming in più di 100 paesi. Nel 2007 Glukhovsky ha ricevuto per il suo primo romanzo, Metro 2033, il premio Encouragement Award dell’European Science Fiction Society.  Metro 2033, cui ha fatto seguito Metro 2034, è stato tradotto in più di 35 lingue e ha ispirato il videogioco omonimo, che ha venduto nel mondo milioni di copie. A soli 34 anni ha creato il franchise plurimilionario in continua espansione Metro 2033 Universe, di cui sono stati già venduti i diritti a Hollywood.


TRAMA L'anno è il 2033. Il mondo è ridotto ad un cumulo di macerie. L'umanità è vicina all'estinzione. Le città mezze distrutte sono diventate inagibili a causa delle radiazioni. Al di fuori dei loro confini, si dice, solo deserti e foreste bruciate. I sopravvissuti ancora narrano la passata grandezza dell'umanità. Ma gli ultimi barlumi della civiltà fanno già parte di una memoria lontana, a cavallo tra realtà e mito. Più di vent'anni sono passati dall'ultimo decollo di un aeroplano. I binari ferroviari, abbandonati, portano verso il nulla. L'etere è spento e laddove prima suonavano le frequenze delle maggiori radio mondiali, da Tokyo a New York fino a Buenos Aires, ora regna solo il silenzio.L'uomo è stato sostituito da altre forme di vita, mutate dalle radiazioni e più idonee a vivere nella nuova arida terra. Il tempo dell'uomo è finito.Poche migliaia di esseri umani sopravvivono ignorando il destino degli altri. Vivono nella Metropolitana di Mosca, la più grande del mondo. E' l'ultimo rifugio dell'umanità. Le stazioni sono diventate dei piccoli stati, la gente riunita sotto idee, religioni, filtri dell'acqua o semplicemente per difendersi. E' un mondo senza domani, senza spazio per sogni, piani e speranze. I sentimenti hanno lasciato spazio all'istinto di sopravvivenza, ad ogni costo. VDNKh è la stazione più a nord, una volta la più bella e più grande. Oggi la più sicura. Ma oggi una nuova minaccia si affaccia all'orizzonte. Artyom, un giovane abitante di VDNKh, è il prescelto per addentrarsi nel cuore della Metro, fino alla leggendaria Polis, per avvisare tutti dell'imminente pericolo e ottenere aiuto. E' lui ad avere le chiavi del futuro nelle sue mani, dell'intera Metro e probabilmente dell'intera umanità.

“Arrivò il Giorno del Giudizio. I giusti e i peccatori furono chiamati a ricevere la giusta ricompensa per le loro azioni. Noi invece siamo sfuggiti a Dio nascondendoci nella metro, ci siamo nascosti ai suoi occhi, e a lui dopo un po' è passata la voglia di venirci a tirare fuori dalle nostre tane. Poi Dio si è occupato di altre cose, o forse è morto, e noi siamo stati dimenticati sulla Terra, un pianeta consumato e gettato via. E a bordo di essa siamo volati nel nulla.”

Quella ideata da Dmitry Glukhovsky è una serie post-apocalittica che volevo leggere da un po’, mi chiamava da tempo dagli scaffali ogni volta che capitavo in libreria e alla fine ho ceduto: con l’uscita dell’ultimo volume della trilogia mi sono procurata tutti e tre i libri che la compongono e in questa recensione vi parlo del primo, Metro 2033, che ho recentemente letto e che mi ha particolarmente colpita per la sua originalità sul tema. Non certo il solito cliché post-apocalittico, ma una splendida variazione ambientata nella Metro di Mosca nell’anno 2033, venti anni dopo la fine dell’ “Ultima guerra”.

Ho iniziato la lettura con entusiasmo, che si è però subito affievolito quando mi sono ritrovata a leggere ampie e fin troppo dettagliate descrizioni che mi hanno quasi annoiata in certi punti, tanto da dover chiudere il libro e riprendere in un altro momento. Anche i capitoli di almeno trenta pagine l’uno non invogliano ad un ritmo più serrato e veloce della lettura, ma anzi scoraggiato parecchio, purtroppo.

Restando sulle note negative, mi è sembrato un po’ troppo superficiale il tema della morte, un evento all’ordine del giorno nella Metro di Mosca del 2033, trattato con ben poca drammaticità se non in qualche caso sporadico. Con superficialità mi è sembrato fossero raccontati anche i personaggi che sono sì ben delineati, ma che hanno apparizioni brevi e fugaci al solo scopo di far procedere il protagonista, Artyom, nel suo viaggio.

E ora mi direte “Ma non avevi mica detto che ti era molto piaciuto?”

Certo, ed ora vi spiego il perché, iniziando dal protagonista e dalla sua Odissea.  Artyom è un personaggio inizialmente timoroso, abbastanza privo di spirito, uno insomma che non sembra, così d’impatto, il protagonista migliore per una storia del genere. Ma è proprio un personaggio pieno di dubbi e perplessità che questo libro aveva bisogno. Infatti nel corso dello svolgersi della vicenda, Artyom si ritrova ad intraprendere un viaggio che dovrebbe portarlo a salvare le persone che ama, ma che lo conduce in realtà verso una consapevolezza della realtà, di sé stesso e del suo nemico, che lo renderanno più forte e maturo.

Una consapevolezza però che lo spezzerà proprio sul finale. La rivelazione delle ultime pagine è la fine perfetta di un viaggio tanto sofferto e travagliato, un epilogo che non mi sarei mai aspettata e che invece mi ha piacevolmente colpita. Non voglio fare spoiler nel caso vorreste leggerlo, ma con questa scelta l’autore è riuscito per l’ennesima volta a sottolineare la morale principale della sua opera: l’uomo è destinato ad autodistruggersi e a bruciare sempre e comunque ogni speranza di vita al di fuori del peccato e dell’autodenigrazione.

La caratteristica più interessante di Metro 2033 è infatti una continua creazione di spunti di riflessione sulla fede, sull'esistenza o sulle paure umane, che rendono profonda questa avventura. Un’Odissea post-apocalittica che attraverso l’incontro tra Artyom e tutti gli altri personaggi della storia, dà vita a un susseguirsi di dubbi e riflessioni esistenziali, che a volte si perdono nelle infinite descrizioni e negli assurdi dialoghi, ma che spesso le si ritrova in quel bagaglio emozionale e riflessivo che l’autore dona ai suoi lettori.

E se da un lato le ampie descrizioni e le riflessioni filosofiche rallentano il ritmo di lettura, dall’altro possiamo benissimo ritrovare in esse quello stile russo che rimanda alle origini dell’autore stesso e quindi alla formazione del suo stile. Ho letto molti pareri sullo stile di Glukhovsky, ma non sono per niente d’accordo con quelli negativi che lo ritraggono spesso come un giovane incapace smanioso di aver successo. Sono in un periodo in cui criticherei qualsiasi cosa, ma certo non si può dire che l’autore e l’ideatore del Metro 2033 Universe sia incapace, anzi. Ha creato qualcosa di unico con questa serie, una storia pensata e creata in un continuo confronto con i lettori del web e che ha dato il via ad un’incredibile mondo letterario composto da libri, videogiochi e prossimamente anche a delle pellicole cinematograficheoltre alle diverse storie create da altri autori per ampliare il mondo di Metro 2033 che parlano invece di posti lontani da Mosca - tra cui anche l’Italia - che Glukhovsky ha accolto con piacere al seguito del sua trilogia.

Tornando al volume in questione però, ho ancora un piccolo appunto, che proprio non mi è andato giù. La lettura infatti mi è stata rovinata dagli errori sintattici e di battitura che sono il risultato probabilmente di una revisione poco accurata. Non amo trovare errori del genere nei libri che leggo e fortunatamente mi capita raramente di avere fra le mani copie di libri così pieni di pasticci editoriali e spero nella nuova edizione del libro che siano state corretti. Ovviamente questo non ha nulla a che fare con quello che il libro mi ha trasmesso o su come mi è sembrato, certo però è un fattore che ho voluto sottolineare per chi come me leggerà una copia dell’edizione precedente a quella appena ristampata.

Ed ora passiamo alla parte difficile della recensione, ovvero la valutazione che in questo caso non può essere completamente positiva, infatti se per l’originalità della storia nel suo genere, la profondità di alcuni passi e le riflessioni interessanti che ha suscitato in me questa lettura il mio voto sarebbe un bel 5/5, per il resto devo togliere almeno un punto, quindi la mia valutazione di Metro 2033 è di 4/5, ma spero col secondo e terzo libro di poter dare quel punto in più che fa la differenza tra un bel libro e un capolavoro! :)

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Consiglierei questo libro… a chi è in cerca di un libro ricco di azione, che non cade però nei soliti cliché troppo superficiali, oltre a chi come me ama il genere apocalittico ed è in cerca di una storia originale e incredibilmente complessa, con un finale a dir poco geniale. 

P.S.: Se volete leggerne un estratto, ne trovare uno nel TeaserTuesday #56Buona lettura! :)

Per chi ne volesse sapere di più, la serie di Glukhovsky si compone di tre libri e altrettanti spin off ambientati nello stesso mondo di Metro 2033, pubblicati da Multiplayer nel seguente ordine:
Le radici del cielo (spin off di Tullio Avoledo)
Verso la luce (spin off di Andrej Djakow)
Piter (spin off di Shimun Vrocheck)

Dopo questa lettura penso che passerò al più presto al secondo volume, Metro 2034, e che ordinerò online i tre spin-off finora pubblicati…! *-*

Fatemi sapere che ne pensate, se vi ispira o se l’avete già letto..
sono molto curiosa di conoscere le vostre opinioni! ^^

- Franci

2 commenti:

  1. Io ti consiglio gli spin off solo di Avoledo, perché in Italia gli altri non sono mai stati proseguiti. Sono contenta che tu lo abbia apprezzato, ma preparati perché la multilpayer non ha fatto un gran lavoro coi libri di Metro 2033. Il secondo ha diversi errori <.<

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    Risposte
    1. Che peccato..e io che speravo migliorasse l'editing nei sequel. Mi dovrò armare di tanta pazienza! ><''
      Gli spin-off li ho aggiunti alla wishlist di Natale, chissà che non mi arrivino sotto l'albero! ^^ (Sicuramente per allora dovrei aver terminato anche Metro 2035..o almeno spero! o.o)

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